Un giorno dell´89, durante una manifestazione delle Pantere alla Statale di Milano, durante un dibattito, sento improvvisamente delle note soffrire, strangolate dal rumore, ma ancora vive e allegre.
Mi giro e vedo delle trombe, delle percussioni farsi strada tra la folla di studenti, intravedo dei visi dietro a strumenti che poi spariscono.
Mia sorella riconosce nel gruppetto uno che suona il sax, me lo indica e dice: quello é Alberto. Sono gli Ottoni a Scoppio.
Io, in quel periodo, frequentavo la scuola d´arte applicata all’industria del Castello Sforzesco, partecipavo a occupazioni e la sera suonavo il Sax con un certo Francesco Tricarico al flauto traverso, alla casa Anarchica di Via De Amicis o all’Arci Bellezza.
Ci chiamavamo Cacofonia e suonavamo cacofonate. Ci eravamo conosciuti perché io frequentavo i corsi serali di sax al conservatorio, Francesco quelli diurni e avevamo alcuni amici in comune…
Mia sorella, pur non apprezzando molto il mio sax, aveva perೠpercepito un certo degrado musicale e spirituale…, e mi convinse a telefonare ad Alberto per chiedere se potevo passare alle prove degli Ottoni.
Alberto mi invitò a casa sua, dove passammo alcune ore suonando insieme, lui sax alto io tenore, e alla fine mi dette alcuni spartiti dicendomi: Se hai voglia impara Valsesia, Rosamunda e L’internazionale e passa sabato alle dieci alla casa occupata di Via Gorizia.
Io passai la settimana studiandomi i pezzi e sabato mattina andai all’appuntamento.
Là trovai Pierre, Guido, Tato, Alfredo, Abdillah, Patatino, Riccardo, Paolo, Francesca e Elena.
Si distribuivano volantini contro lo sgombero di Gorizia, ci si muoveva verso il mercatino di Sinigaglia dove ci si faceva strada attraverso una marea di gente. Spintonati ma fieri, si suonò, per poi tornare a Gorizia a bere del vino.
Io ero eccitatissimo e ubriaco… non tanto per il vino ma dalla sensazione di avere trovato una specie di nuova famiglia… strana ma bellissima… di cui volevo far parte.
Dopo questo incontro ci furono presidi all’Alfa Romeo, suonammo contro lo sgombero del Leoncavallo, contro convegni sulla Tecnica del licenziamento organizzati dalla Mediaset a Milano2 (dove credo conoscemmo Giulio), manifestazioni in ricordo di Pinelli.
Un incredibile viaggio a Berna, e una infinità di altri momenti impossibili da dimenticare…
Il mio povero Grassi sempre inzuppato d´acqua…
Nel 1994 gli Ottoni a Scoppio parteciparono alla manifestazione del 25 Aprile: una marea di Ombrelli, giornata di merda, volti scuri, si respirava un senso di impotenza e tristezza. In quell´anno Berlusconi aveva vinto le sue prime elezioni…
A volte mi riguardo, masochisticamente, l´inizio di Aprile di Nanni Moretti che riprese quella strana marea di gente e ombrelli. In quelle riprese ci siamo anche noi, ci si vede per un attimo che passiamo suonando l’internazionale… io, Ivan, Francesca…
In quell’anno decisi di andarmene a vivere a Barcellona dove rimasi fino al 97. Poi ritornai a Milano con Katharina, frequentai Brera e ricominciai a suonare con gli Ottoni…
Nel 99 ci trasferimmo a Monaco di Baviera.
Orfano degli Ottoni iniziai a frequentare alcune bande in una delle quali conobbi Zsà³lt.
Zsà³lt mi disse che progettava con un certo Wolfi di mettere in piedi una Banda per suonare all’Englischer Garten… direzione New Orleans…Afrobeat… ti interessa?!
Cosà per una strana coincidenza partecipai ai primi passi della Express Brass Band e il mio Grassi passò dal suonare 8 e mezzo e Albatrà³s, Space is the Place e Lady.
La Express è diventata nel tempo un collettivo di amici provenienti da culture molto diverse , che cercano attraverso la musica di superare diversità , di avvicinare mondi apparentemente lontani, di scoprire nuovi linguaggi, di rimanere svegli.
L’esperimento sociale della Express ha preso definitivamente il via dopo la sbandata di Milano del 2001.
Grazie all´incontro con gli Ottoni a scoppio molti hanno scoperto l’importanza del collettivo della parola comunità .
Dopo i nostri incontri in Italia, la Express ha partecipato sempre più spesso a manifestazioni politiche.
Oggi gli Ottoni hanno dei visi che non conosco, o conosco molto poco, ma anche se forse non riconosco la fisionomia della Banda, conosco lo spirito.
Il mio cuore é ancora a sinistra, Rosamunda la so ancora suonare.
A presto, Michele