Non è stato mai importante quello che uno sapeva suonare, se era bravo o scarso, se sapeva leggere o meno la musica, era importante il sentimento che ci metteva o per essere più precisi il gasento.
Avere anima. Solo due cose erano fondamentali per entrare nella Banda: saper suonare l’Internazionale e Rosamunda.
Questo spiega, più che le parole, l’anima della Banda o meglio le due anime: quella politica e quella nazionalpopolare (nel senso più genuino del termine).
Riuscire a coniugare questi due aspetti è stata la forza di questa formazione. Il partecipare a momenti di lotta o rivendicazione senza dimenticarsi delle proprie origini, senza espropriarsi della componente godereccia.
Essere comunisti/anarchici non escludeva il momento di gioia del fare. Fare ciò che noi sapevamo fare, cioè suonare (a volte neanche quello!!!!).
Per farla breve era come se i momenti politici venissero vissuti con modalità goderecce e i momenti goderecci con modalità politiche. E’ stato proprio questo binomio a farci apprezzare e a farci continuare nel tempo.
Questa concezione del porsi verso l’esterno ha generato di conseguenza l’emergere dell’aspetto più sociale. L’esempio ne è la riscoperta di andare nei cortili a suonare.
Dalla Banda si sono formate dei piccoli gruppi che hanno ripreso la vecchia abitudine che c’era a Milano di suonare nei cortili delle case popolari. Sia per raggranellare un po’ di soldi, sia per continuare una tradizione ormai in declino.
Anche questo veniva vissuto come momento politico. (Tato)