Nell’ambito della 3 giorni musicale PEACE, BRASS & LOVE, organizzato dalla Banda degli Ottoni a Scoppio dal 26 al 28 maggio a Milano, in compagnia di bande europee ed in vari luoghi della città, venerdì 27 maggio alle 12:00 prende vita un flash mob musicale di denuncia contro il business della guerra in piazza Gae Aulenti, quartier generale di una grande banca italiana che più di altre investe in armamenti.
Disarmare le banche!
Per fare la guerra ci vogliono, prima di tutto, coloro che producono e vendono le armi, e, a fianco a questi, coloro che forniscono i servizi finanziari per il mercato degli armamenti.Solo dopo arrivano quelli che sparano e quelli che vengono colpiti. UniCredit è al primo posto nella classifica degli istituti di credito che prestano i propri servizi alle industrie armiere italiane, con movimenti per quasi due miliardi e quattrocento milioni di euro nel 2021, la metà dell’intero volume di export di armamenti made in Italy.
In più, UniCredit ha investito tra il 2019 e il 2021 oltre cinque miliardi e trecento milioni di euro nel business collegato alle armi nucleari, scommettendo inoltre su Leonardo, la principale azienda produttrice di armi in Italia, a partecipazione pubblica.
UniCredit destina poi finanziamenti, soprattutto sotto forma di prestiti e assicurazioni, alle aziende statunitensi leader del settore, (Northrop Grumman, Lockheed Martin e Raytheon Technologies Corporation) e a Thales e Airbus Group, produttore esclusivo dei missili balistici per l’arsenale nucleare francese.
Oggi manifestiamo sotto Unicredit, simbolo di questa vergogna, senza dimenticare che non è certo l’unica: la seguono, per volume di affari: Intesa San Paolo, Deutsche Bank, Banca popolare di Sondrio e altre ancora.
E’ ora di dire basta al business della guerra.
E’ ora di dire basta all’ipocrisia delle banche che con una mano investono poche briciole nella cultura o nella assistenza – e ne fanno grandi campagne mediatiche – e con l’altra, silenziosamente, fanno profitti su chi fabbrica strumenti di morte e bombe nucleari.
Una sola parola d’ordine: boicottiamoli!