Ieri, una corte di tribunale ha deciso che due musicisti andavano condannati a 5 mesi di reclusione.
Effettivamente non stavano studiando a casa, non suonavano applauditi in una sala da concerto.
Suonavano per strada, in una piazza, durante una serie di manifestazioni di protesta e di denuncia il 7 dicembre 2014.
Non solo, avevano un ruolo attivo, cercando di smorzare tensioni, evitare violenze, garantire il diritto a manifestare.
Questo diritto è la condizione minima, necessaria ma non sufficiente, per un sistema sociale che vuol farsi chiamare democratico.
La critica e il dissenso sono indispensabili allo sviluppo civile della società.